L’arrivo di Chat GPT ha scatenato forti allarmi circa le sorti dei motori di ricerca. Secondo fonti autorevoli, infatti, Google e gli altri, (tipo Bing, Yahoo, Baidu, Yandex e altri) saranno presto sostituiti dagli assistenti virtuali intelligenti, che navigheranno sempre di più tra le informazioni virtuali al posto nostro. La verità è che Google conosce molto bene l’AI e la usa già da parecchio tempo, sia internamente che per offrire i suoi servizi a utenti ed inserzionisti.
Anzi, ti dirò di più: il legame è così stretto che Google Ads, nella sua evoluzione nel tempo, ricorre all’uso delle AI già dal 2016, quindi quasi dieci anni fa.
Il lancio di Smart Bidding (2016)
Il primo passo verso l’AI in Google Ads è stato con l’introduzione di Smart Bidding. Questo sistema utilizza algoritmi di machine learning per ottimizzare automaticamente le offerte pubblicitarie in tempo reale.
Le strategie come Target CPA (costo per acquisizione) e ROAS (ritorno sulla spesa pubblicitaria) sono ottenute tramite l’AI: sono state ideate per migliorare il rendimento delle campagne in base ai comportamenti degli utenti e alle variazioni del mercato.
Responsive Search Ads (2018)
Nel 2018, due anni dopo, Google Ads ha lanciato i Responsive Search Ads. Utilizzando l’AI, questo formato combina automaticamente diverse versioni di titoli e descrizioni forniti dall’inserzionista per generare annunci più rilevanti per ciascun utente. L’AI impara continuamente quale combinazione performa meglio, quindi ottimizza gli annunci per ottenere il massimo delle conversioni.
Performance Max (2021)
Performance Max è una campagna gestita completamente dall’AI. Essa permette agli inserzionisti di gestire gli annunci su tutti i canali Google (Search, Display, YouTube, ecc.) in modo automatizzato.
L’AI è in grado di ottimizzare sia i budget che i contenuti in tempo reale, con l’obiettivo di massimizzare le conversioni senza interventi manuali. Con il tempo, Performance Max è diventato uno dei sistemi più potenti di Google Ads per sfruttare le capacità dell’AI.
Automatically Created Assets – ACA (2022)
Nel 2022 Google ha introdotto gli Automatically Created Assets per le campagne Search. Questo sistema crea automaticamente gli asset utilizzando il contenuto delle landing page e degli annunci esistenti grazie all’AI. Il suo rilascio ha permesso agli inserzionisti ottimizzare il tempo dedicato all’ideazione della creatività, oltre che di ottenere annunci pertinenti.
Conversational Experience (2023)
L’introduzione del Conversational Experience nel 2023 ha permesso agli inserzionisti di creare campagne fornendo l’URL della pagina web da pubblicizzare. Questo strumento, alimentato dall’AI generativa, genera automaticamente parole chiave, titoli, descrizioni e immagini, velocizzando tutto il processo di creazione delle campagne.
Demand Gen Campaigns (2023)
Nel 2023, sono state lanciate anche le Demand Gen Campaigns, che utilizzano l’AI per creare e ottimizzare campagne visive. Queste campagne sono particolarmente adatte per canali visuali come YouTube, dove l’AI gestisce immagini, video e storie visive per attrarre e convertire gli utenti.
Gemini Models (2024)
Di recente Google ha introdotto i Gemini Models, un’implementazione AI ancora più avanzata per migliorare le campagne Search in molteplici lingue. Inoltre la generazione automatica di immagini è stata estesa ai formati pubblicitari Search, Display e App. L’AI ora offre anche funzionalità di editing avanzato delle immagini, permettendo di aggiungere oggetti o modificare lo sfondo per creare asset sempre più coinvolgenti.
Generative AI nelle ricerche e Shopping Ads (2024)
A partire dal 2024 Google ha iniziato a integrare le Generative AI direttamente nelle esperienze di ricerca. Gli annunci appaiono ora all’interno di panoramiche AI personalizzate per l’utente e gli utenti possono vedere annunci dettagliati con video, descrizioni dinamiche e raccomandazioni personalizzate.
Come fa Google a generare creatività e annunci con l’AI?
Google utilizza modelli di intelligenza artificiale avanzati, come Gemini e LaMDA, per generare automaticamente creatività pubblicitarie.
L’AI analizza il contenuto delle landing page degli inserzionisti e delle campagne già esistenti, poi crea automaticamente testi, immagini e titoli per gli annunci.
Ad esempio, con gli strumenti come Automatically Created Assets (ACA), l’AI estrapola le informazioni rilevanti dalle pagine web e le rielabora per creare varianti di annunci ottimizzate per diverse audience e canali.
Inoltre, la funzionalità Conversational Experience, introdotta nel 2023, consente di generare annunci semplicemente fornendo l’URL di una pagina, e l’AI fa il resto: crea automaticamente parole chiave, descrizioni e persino immagini.
Dal 2024, l’integrazione di Generative AI nei modelli come Gemini permette a Google di creare annunci ancora più dinamici e visivamente coinvolgenti, come annunci con video personalizzati o immagini modificate in tempo reale per adattarsi al contesto dell’utente.
Meglio usare la creatività umana o quella dell’AI per gli annunci?
La decisione se affidarsi alla creatività umana o a quella dell’AI dipende dagli obiettivi specifici della campagna pubblicitaria. Google non penalizza l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, bensì lo sfruttamento a scopi manipolativi e disinformativi.
L’AI può generare creatività molto velocemente, adattandosi automaticamente alle diverse piattaforme e audience. È ideale per testare varianti di annunci, ottimizzare il tempo e i costi, e garantire che gli annunci siano sempre aggiornati in base ai dati in tempo reale. Inoltre, l’AI è perfetta per creare annunci su larga scala e mantenere una consistenza tra più canali.
Ciò nonostante, può mancare di profondità creativa ed emozionale che spesso risulta fondamentale per alcune campagne, come quelle incentrate sulla costruzione del brand o la narrazione emotiva.
Per contro gli esseri umani sono in grado di comprendere meglio le sfumature emotive e il contesto culturale, il che può essere essenziale per campagne pubblicitarie altamente personalizzate e per messaggi che devono trasmettere identità e valori del brand. La creatività umana può essere più adatta quando il brand ha bisogno di esprimere una narrativa complessa o autentica.